Siamo Eva e Vanni, moglie e marito
gli EVanni per gli amici.
Innamorati delle valli del Natisone, e degli amici valligiani, ne amiamo la loro autenticità.
Eva: artista, creativa, solare, altruista, con un bagaglio di oltre quarant’anni nel settore della moda, organizzatrice di eventi originali, amante delle tradizioni e della storia del territorio, ora dedica parte del suo tempo alle sue molteplici passioni.
Vanni: sportivo, amante della natura e della buona tavola, dal pensionamento, coltiva il desiderio di riprendere la vita con i ritmi di un tempo, ispirandosi al suoi amati nonni Faustin e Olga di Cocevaro.
Vi racconto una storia che arriva da lontano...
Vanni, mi ha sempre parlato delle sue avventurose ed allegre estati trascorse nelle Valli del Natisone, più precisamente a Cocevaro, antico borgo valligiano, dove mia suocera ebbe i natali e dove la sua famiglia era molto conosciuta.
Negli anni ‘50 il nonno Faustin e nonna Olga, assieme ai figli ,intrapresero una nuova attività da aggiungere al duro lavoro della campagna.
Decisero così di acquistare due piccole corriere per dare inizio ad una nuova avventura. Da quel giorno trasportavano accompagnando in "Carolina" chi al lavoro,chi a scuola, gli abitanti dei paesi incastonati fra le Valli del Natisone.
Immaginare oggi le strade di allora, irte, tutte curve e impervie da affrontare, per raggiungere i vari paesi, fa veramente riflettere, su come la gente delle Valli sapesse fronteggiare tutte le difficoltà.
Anche mia suocera, giovanissima, fece la patente E, per poter condurre il mezzo e per un po’ contribuì alla nuova attività famigliare; conobbe poi il grande amore della sua vita ed una volta convogliata a nozze, si trasferì dalle Valli nella città di Udine prima e di Gorizia poi, dove vi rimase per l’intera esistenza.
Nel frattempo la vita nella valle divenne sempre più dura, la ricerca di un lavoro, portava la maggior parte dei residenti ad emigrare, con il conseguente spopolamento dell’intero territorio. Anche per la famiglia di nonno Faustin e nonna Olga scese un po’ il buio e visto il brusco calo anche nel trasporto, presero anch’essi la decisione di emigrare, seguendo due dei quattro figli in Svizzera, cercando un po’ di stabilità.
Cocevaro rimase perciò a lungo disabitata, la società di trasporto nel frattempo si sciolse, la corriera “Carolina” , come veniva chiamata la Fiat 626 all’epoca, fu venduta, l’altra demolita e l’autorimessa, finì con il diventare deposito di attrezzi, di vecchi mobili e di tutte quelle cianfrusaglie che non si voleva gettare ma lasciare nel “pensatoio” ,come voleva la filosofia di un tempo,cioè quella di conservare ogni oggetto, “perché non si sa mai”...
Iniziava così il declino di Cocevaro.
Qualche anno dopo, i nonni ormai molto vecchi, rientrarono nella loro abitazione per trascorrere gli ultimi anni della loro vita, dove avevano lasciato il loro cuore e le loro radici.
Il tempo passò , il garage venne assegnato in eredità a mia suocera che pensò di poterlo recuperare in qualche modo, ma dopo diversi tentativi ed il sopraggiungere di una grave malattia a mio suocero, l’idea venne abbandonata definitamente e venne addirittura messo in vendita.
Ma, il destino, è evidente, non desiderava questo!
“Eppure Mariucci, sai che io e Vanni amiamo tanto le Valli e quel vecchio rudere ci piace!” confido un giorno alla mia adorata suocera.
..."e sai che ti dico? Provo pure a ripulirlo un po’, perlomeno nella parte superiore, quella del “granaio” e vediamo cosa succede!”
Una sfacchinata senza eguali! Quando ci ripenso, sorrido ancora, dinnanzi al mio folle entusiasmo che ,anche davanti a certe evidenze, non si arrende!
Ai tempi, mi venne addirittura l’idea di organizzare il primo capodanno assieme agli amici di sempre, seppur dovendoci adattare parecchio, visto come si presentava lo stanzone allora!
Prima di andarsene dalla vita terrena, mia suocera la decisione l’aveva già presa: “a voi desidero lasciare Cocevaro!”
Passò il tempo e la natura continuando a fare il suo corso, invase e deformò, in parte, muri, tetto e quel che restava del pavimento. Le finestre marcirono e il pianterreno, un tempo adibito a garage per la Carolina e la sua sorellina, divenne dimora fissa di animaletti, ghiri, rondini, topi, pipistrelli, ragni, scorpioni e chi più ne ha più ne metta!
A mio marito coglieva lo sconforto all’idea di metterci le mani, non sapendo da che parte iniziare, più volte gli sorsero dei dubbi se fosse stato il caso o meno di dare inizio a dei lavori.
Il mio entusiasmo ed il rispetto per mia suocera la ebbero vinta e presto iniziammo a darci da fare, nonostante il brontolio costante del Vanni.
Con tanti sacrifici e olio di gomito, utilizzando materiale di riciclo e chiedendo spesso consiglio a vecchi artigiani su come riuscire ad ottenere un buon risultato pur non essendo noi del mestiere, lentamente stava prendendo la forma che mi ero immaginata finchè giungemmo al giorno nel quale occorreva metter mano al vecchio portone, anch’esso decisamente da rinnovare.
La mia idea, era quella di far rivivere la Carolina ed iniziai cosi a ricercare nei vecchi album di famiglia delle fotografie che la ritraessero, ne trovai alcune, le si doveva ingigantire, per poi piazzarle sullo scheletro del vecchio portone di latta. Con grande delusione, la mia idea non si sarebbe potuta mai realizzare, poiché il tutto, ingrandendosi si "sgranava", con la conseguenza che non si sarebbe mai capito cosa rappresentasse quella macchia.
"Ad ogni problema esiste una soluzione", recita la famosa frase, cosi provai a chiedere aiuto a mio fratello, il quale, appassionato di vetture d’epoca, mi indirizzò, così iniziai una ricerca e ad un certo punto, venni a conoscenza del sig Roberto, presidente di un’associazione ligure di trasporti d’epoca, che mi inviò uno scatto eccezionale, una corriera Fiat 626 che con sorpresa era proprio la stessa! Immediatamente mi misi al lavoro per riuscire a realizzare la mia idea iniziale e per riuscire in tempo a donare a Vanni, per la sua festa di compleanno ,un regalo piuttosto originale!
Oggi finalmente,la vecchia corriera di Cocevaro, la Carolina delle Valli ,è rinata! Fa bella mostra di se per l’intera Valle.C’è ancora qualche miglioria da farle per completarla del tutto, ma la trasformazione e la rivalutazione della vecchia autorimessa dei nonni, come sognavo, è divenuta realtà. Un punto d’incontro, una sala che si presta ad ospitare eventi culturali e intrattenimenti di ogni genere,
un luogo dove “salendo in corriera” ci si lascia trasportare dall’allegria, dal desiderio di condividere momenti lieti, proprio come accadeva quando, ancora circolante, la vecchia corriera trasportava gli abitanti di allora. Nel frattempo, quanti episodi ci sono stati raccontati, ricordi indelebili di vita nelle splendide Valli. Adoriamo il senso di fratellanza che ci hanno riservato gli amici valligiani, accogliendoci con affetto e simpatia, appoggiandoci nelle iniziative, aiutandoci a realizzarle.
Amiamo il senso di solidarietà,dei valori, la cura nel preservare le antiche tradizioni, l’amore che nutrono per la propria terra d’origine.
Sono semplicemente fantastici, così autentici e genuini e noi siamo orgogliosi e riconoscenti, come siamo certi lo siano la Mariucci, Nonno Faustin con la nonna Olga e tutta la famiglia.